Come funzionano gli incontri tra i cani

I cani  imparano osservando gli altri (cani e umani!), capiscono le comunicazioni degli altri (cani e umani), sanno comunicare con gli altri (cani e umani), leggono e interpretano gli sguardi e le espressioni degli altri (cani e umani), in altre parole hanno le skills che servono per vivere con gli altri.

E infatti i cani sono animali sociali, per loro addirittura il gruppo conta più di loro stessi come individui (ed è il motivo principale per cui non devono essere lasciati soli a lungo).

Una delle caratteristiche degli animali sociali è interagire con altri individui (una delle eccezionalità dei cani è che il loro ‘altri’ sono sia gli umani sia i cani, addirittura è stato scoperto che i cani preferiscono i loro umani agli altri cani).

Interagire richiede, necessariamente, incontrarsi e oggi torniamo sull’argomento che abbiamo già trattato in passato degli incontri tra cani che sono causa di tanti problemi per i cani e i proprietari perchè sono uno degli aspetti della vita dei cani molto spesso male interpretati.

Una prima cosa da chiedersi è che funzione svolgono gli incontri? Perchè un cane si avvicina quando vede un altro cane?

Posto che c’è ancora tanto da scoprire su di loro, gli studiosi ritengono che gli incontri abbiano funzione diversa a seconda che avvengano tra cani che già si conoscono o tra cani che non si conoscono.

L’ipotesi degli esperti è che quando due cani che si conoscono si avvicinano lo fanno per ‘riscoprirsi’ e per comunicarsi come si sentono rispetto all’altro e all’averlo incontrato.

Il che non vuol dire che c’è un modo solo in cui due cani che si conoscono si incontrano. L’amicizia tra cani esiste e come è per gli umani, ogni relazione è unica. Un esempio dovrebbe chiarire il punto: il cane A è amico del cane B, del cane C e del cane D e  l’incontrarsi è diverso a seconda che sia con B, C o D.

Oban, ad esempio, è amico sia di Baffina sia di Wasabi ma il modo di incontrarsi è completamente diverso con una e con l’altra. Con Baffi si sentono da lontano e prima ancora di vedersi iniziano ad abbaiare e a squittire, quando camminiamo lui la osserva costantemente, lei fa da vedetta e allerta di ogni pericolo e lui quando la sente si esagita senza nemmeno sapere se c’è effettivamente un problema (le uscite con loro due possono essere veramente faticose); ciononostante solo con lei gioca al tira e molla con il legno (cosa incredibile visto che Oban per i legni perde la ragione). Con Wasabi invece è tutto molto più tranquillo. Si vedono, lei sembra non guardarlo nemmeno, Oban cerca di leccarla, lei si lascia importunare (tolleranza che non ha nei confronti di altri molesti) e poi camminano insieme, lei sembra guidare il giro e lui la segue affidandosi a lei. A vederli sembra che si ignorino, in realtà non solo non si ignorano ma il loro comportamento svela che sono molto amici.

E quando si avvicinano due cani che non si conoscono?

Gli studiosi ipotizzano che l’avvicinamento tra due cani che non si conoscono serva a capire chi è uno e chi è l’altro (il sesso, l’età, l’umore, lo stato d’animo, il carattere, la dieta, etc.) e poi a stabilire se c’è interesse o no a proseguire nell’interazione.

Le modalità dell’avvicinamento

Il codice di comportamento canino ha regole molto rigorose su come ci si deve avvicinare agli altri cani e come invece non ci si deve comportare.

Qui si trova il primo grande scollamento tra la realtà canina e la visione degli umani.

Nel mondo dei cani, il modo educato e corretto di avvicinarsi agli altri cani è camminando molto lentamente, approcciando di lato e seguendo una linea curva. La postura è rilassata, non c’è tensione n’è rigidità. Arrivati vicini ci si odora (è anche possibile che solo uno odori); si possono odorare il naso, le orecchie, il sottocoda. Il Dott. John Bradshaw della University of Bristol, in Gran Bretagna, ha osservato che solitamente le femmine odorano il muso e le orecchie mentre i maschi tendono ad andare subito al sottocoda.

Se l’incontro sta andando bene i cani sono rilassati, la coda è morbida e può ondeggiare leggermente, la mascella è rilassata. In nessuno dei due ci sono segni di tensione, ansia o paura.

Gli studiosi hanno osservato che queste interazioni tra cani:

  • sono solitamente molto brevi (6-8 secondi) e poi ognuno va per la sua strada;
  • una percentuale minima degli incontri si sviluppa in gioco;
  • è molto frequente che lo studio (ad es, odorare le orecchie e/o il sottocoda) sia fatto solo da uno dei due cani mentre l’altro è disinteressato o sembra ignorare chi si sta occupando di lui/lei.

Gli incontri possono però anche non essere sereni, come sanno per esperienza diretta tantissimi proprietari e una delle cause possibili è un cattivo avvicinamento.

Abbiamo visto prima che nel mondo dei cani ci sono regole molto precise su cosa va bene e cosa non va bene quando ci si avvicina a un altro cane e avvicinarsi correndo, arrivare dritti, saltare addosso è al meglio molto maleducato e al peggio minaccioso e chi lo fa viene ricevuto di conseguenza. (Una discriminante tra un avvicinamento maleducato e uno minaccioso è la postura: un cane che si avvicina correndo con il corpo teso, la coda rigida ed eretta, lo sguardo fisso, le orecchie tese è minaccioso).

Gli umani cosa vedono? Nel primo caso di fatto nulla, solo due cani che si incontrano e non succede nulla; nel secondo, un super classico è il commento ‘il mio cane è buonissimo vuole giocare con tutti‘ e l’altro che lo ha ricevuto per le rime è cattivo.

La realtà canina qual è? L’opposto. Un cane (il ‘buono’ per gli umani) si è comportato in modo caninamente inappropriato e l’altro (il ‘cattivo’ per gli umani) ha risposto nel modo caninamente corretto.

Da cosa si può capire se l’incontro prende una piega negativa?
I cani comunicano il loro stato d’animo con la postura e le vocalizzazioni e quando uno o entrambi hanno lo sguardo fisso, la postura rigida, la coda eretta, fissa o che si muove molto lentamente verso la punta, la mascella rigida, gli occhi rigidi, il labbro sollevato, e (si spera) ringhiano, l’incontro non sta andando bene.

Potrebbe sembrare facile ma non lo è per nulla, per diversi motivi. Tra questi:

  • nei cani una stessa manifestazione può avere significati molto diversi e quello che conta realmente, anche se per noi umani è difficile da capire e da accettare, sono le intenzioni del cane. Ad esempio: quelle che per gli umani sono genericamente ‘aggressioni’ possono essere effettivamente aggressioni mirate a far male ma possono essere anche manifestazione di stress, oppure una sgridata oppure manifestazione di paura e nessuna intenzione di fare male. All’apparenza tutto uguale, nella realtà cose ben diverse.
  • Il significato di tante espressioni dei cani è diverso da quello che gli umani attribuiscono loro: ad esempio ringhiare non vuol dire essere cattivi; non agire non vuol dire essere ‘buoni’; agire non vuol dire necessariamente essere ‘cattivi’; sembrare giocosi non vuol dire esserlo; non fare scene non vuol dire che non le si provoca, etc, etc. etc .
  • Anche tra i cani (come tra gli umani) ci sono quelli che non sanno comunicare bene per cui leggono male i segnali altrui o mandano segnali errati o entrambe le cose
  • Anche tra i cani (come tra gli umani) ci sono errori di valutazione e di interpretazione e incomprensioni
  • La comunicazione che passa tra i cani è anche sottolissima, spesso tale che riescono a notarla solo gli educatori più esperti, ed è la ragione dietro tante reazioni all’apparenza ingiustificate

Il ruolo degli umani
Spesso, per non dire spessissimo, le situazioni tra i cani sono causate o aggravate dagli umani.

Sono causate perchè è responsabilità dei proprietari conoscere il proprio cane ed evitare che sia fonte di problemi. Non c’è ragione che tenga, da Il mio è buonissimo, vuole giocare sempre con tuttiaE’ un patatone‘, chi non controlla il proprio cane è un irresponsabile.

Gli umani poi possono rendere le situazioni più complesse aumentando la tensione di un incontro invece di alleviarla. Ciò dipende prevalentemente dalla sensibilità dei cani allo stato d’animo degli umani.

  • stressandosi, e quindi trasmettendo ansia e preoccupazione al cane
  • trattenendo il fiato, e quindi indicando nervosismo e quindi generando ansia e preoccupazione nel cane
  • in generale essendo nervosi vicino ai cani
  • circondando i cani e facendoli sentire accerchiati, causando quindi difensività
  • gestendo il guinzaglio in modo scorretto
  • urlando, segnalando e trasmettendo nervosismo
  • dilungando un incontro

E’ molto importante qui ricordare alcune cose:

  • Anche tra i cani c’è chi non sa comunicare e ‘dice’ con il corpo cose che non intende. Questi cani, con l’aiuto di un educatore cinofilo professionista serio e preparato, possono imparare a migliorare la loro comunicazione con grandissimi benefici per le loro relazioni con gli altri.
  • Non bisogna imporre ai cani l’incontro con altri cani
  • I cani non si piacciono tutti tra di loro e non vogliono incontrarsi sempre e comunque. Non forzare gli avvicinamenti e non imporre il proprio cane sugli altri, nè sciolto nè al guinzaglio.
  • Ricordarsi che i cani si dicono cose di cui non ci rendiamo nemmeno conto e anche quello all’apparenza più buono del mondo può essere il peggiore dei provocatori
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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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